martedì 20 gennaio 2015

La teoria del tuttottutto nientenniente

Mi hanno portato al cinema a vederlo e io ci sono andata perchè avendo cambiato città, lavoro, vita e tutto il resto, se qualcuno ti invita per la prima volta ad andar da qualche parte non è carino passar subito da sociopatica e dire che non c'hai voglia. Così ho detto sì e mi son lasciata portare.
Il fatto che fossi la più vecchia del gruppo non ha giovato, suppongo, però ritengo di poter essere comunque obiettiva nel dire che sto film lo hanno ceffato di brutto.


Riassumendo all'osso: è la storia di lui a cui danno due anni di vita, e di lei che si innamora comunque di lui e poi loro si sposano mentre lui sta facendo una brillantissima tesi di laurea basata su una geniale teoria che passerà il resto della vita a smentire.
Nel frattempo non crede in Dio, poi però pare che ci creda, ma alla fine secondo me non ci crede di nuovo e questo perché cerca di trovare la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto senza l'aiuto di Deep Thought. Nel mentre, i due anni passano e lui resta talmente vivo che ogni volta che tocca la moglie fanno un figlio, perché (spiega lui) il corpo non funziona un granché, ma l'apparato riproduttivo, urca sì, funziona di brutto e in automatico. Suppongo sia per questo che, seppur avanti con gli anni, costretto su una carrozzella e incapace di parlare, riesce comunque a trovarsi l'amante e a lasciare la moglie per risposarsi una seconda volta.

Intendiamoci, Eddie Redmayne è davvero molto bravo a sclerarsi lateralmiotroficamente man mano che il film si evolve, ma io mi aspettavo un po' più di scienza, un po' più di universo, che nella sigla finale l'hanno messo, ok, ma francamente speravo arrivasse prima.

Mi chiedo se a lui sia piaciuto...